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domenica 13 dicembre 2009
Intervista Metal Carter
1)Articolo 31, Neffa, La Pina ieri…Gemelli Diversi, Mondo Marcio, Fabri Fibra, Club Dogo e, addirittura, Gel oggi. Questi sono gli mc o i progetti hip hop che il mainstream ha lanciato o sta lanciando in questo periodo. Alcuni personaggi risultano molto discutibili e, soprattutto, costruiti dalle major per avere il perfetto prodotto commerciale. Per chi non è “dell’ambiente” e sente il singolo di turno diffuso dalle radio e dalle televisioni nazionali, le tematiche hip hop rimangono solo ed esclusivamente quelle patinate. Senza considerare che nell’underground ci sono un mucchio di personaggi che si spacciano per qualcosa che in realtà non sono, rappando di strade che non conoscono. Metal Carter è un personaggio costruito? Metal Carter scrive quello che vive tutti i giorni oppure Metal Carter è una maschera teatrale, un personaggio inventato fatto a misura per convincere gli ascoltatori / fruitori? Come fa una persona che si avvicina alla musica hip hop italiana a riuscire a distinguere alcuni personaggi da altri?
MetalCarter è un’alter ego.io nella vita quotidiana sono Marco non Metal Carter.Metal Carter parte da una solida base di esperienze vissute direttamente e indirettamente ma non è da prendere alla lettera.sicuramente non potrebbe parlare in un modo così convincente di ciò che parla se in qualche modo non ci avesse a che fare.
Il risultato è un personaggio maledettamente credibile che si diverte a spiazzare e a confondere le idee dell’ascoltatore; perché la cosa che gli interessa è che ogni persona lo interpreti a modo suo e non come se emanasse una legge da applicare. Quello che Carter dice non è studiato a tavolino ,ciò che scrive sono le prime cose che gli vengono in mente con naturalezza senza sforzarsi di affrontare temi che non sono fatti per lui.il bello è che Metal Carter è assolutamente l’unico e il primo nel rap italiano a portare avanti una certa attitudine e un certo tipo di testi e i cloni già sono numerosi.
Penso che una persona che ha un minimo di intelligenza che ascolta un rapper capisce subito se il rapper “regge” o se “crolla” come crolla la sceneggiatura fasulla di un film fasullo.
2) Roma ha sempre avuto un suo suono particolare. Iniziò a diffondere, insieme a Bologna, beat e rime con le prime posse negli anni 90 e poi a metà di questi, con il calare delle posse, arrivò il suono hip hop che tutti adesso conosciamo. Da un lato c’era Roma Zoo e dall’altro invece i primi dischi di Piotta. Il TruceKlan come si comporta con il passato di Roma? Come interagite con gli altri mc, dj e b-boy della scena della vostra città?
Si sono d’accordo con te; penso che il rap romano abbia un suono tutto suo.ma questo ,ovviamente non significa che ogni mc romano è uguale ad un altro mc concittadino,anzi….personalmente sono troppo giovane per ricordare bene le posse ,penso che il Piotta nel periodo del suo crew robba coatta abbia avuto un grosso peso a Roma (a parte i gusti personali di ognuno) e questo anche per quanto riguarda il Rome Zoo. Provo grande rispetto per ciò che ha fatto in passato e per ciò che fa nel presente e conoscendo anche di persona molti mcs di quel giro c’è stima e rispetto reciproco.
È chiaro che tra Rome Zoo e Truceklan c’è una grossa differenza concettuale e attitudinale ma entrambi i crew sono legati dalla romanità.
come interagiamo con i b-boy romani andrebbe chiesto ad ogni membro del Truceklan…e visto che siamo veramente tanti considerando anche gli affiliati, non sempre ciò che dice e fà uno del crew rispecchia l’idea di tutti .Personalmente sono sempre disposto a confrontarmi con tutti.Mi capita sempre più di frequente di parlare con dei b-boy romani che dimostrano intelligenza e apertura mentale.
3) Nel tuo ultimo disco c'è una sottile linea che unisce, a livello di testi, i pezzi tracciando una coscienza politica che secondo me è il fulcro principale dell'album. Il masssimo livello della coscienza politica arriva con "Esca", ma in ogni caso si dipana in tutto l'album. Senza considerare che nel film "Mucchio Selvaggio" (film porno in cui è presente tutto il klan con i Club Dogo) tu interpreti il personaggio che trama alle spalle dei protagonisti con tanto di discorso finale incentrato sul controllo delle istituzioni nei confronti dell'uomo. Ti senti in qualche modo la coscienza più politica del klan?
Assolutamente no.Mi dispiace contraddirti ma non considero “Cosa avete fatto a Metal Carter?”un disco politicizzato.Quella che tu chiami “coscienza politica” per me sono solo “osservazioni” sulla società. Non mi interesso di politica.
Non è un’argomento di cui mi piace parlare pur avendo delle idee in merito.
4) Le basi e i campionamenti del TruceKlan, ma soprattutto i tuoi, sono presi da pezzi, anche storici, dell'heavy metal internazionale. Molte volte avete condiviso palchi con gruppi hardcore italiani, ma non solo. Siete il gruppo più trasversale che fa da collante tra chi ascolta l'hip hop e chi invece preferisce la musica più dura. C'è una connessione tra queste due realtà musicali oggi come oggi? Esiste una similitudine tra le attitudini hip hop e quelle hardcore?
Penso che l’hardcore è una musica e un’attitudine che non si può relegare ad un solo genere.La tecno può essere hardcore,così come l’industrial,il punk,il rap,il reggae ecc.ecc.
La parola hardcore è una parola inflazionata e a volte usata senza motivo
Ciò che è veramente hardcore si sente nel cuore.
5) Nei vostri testi si citano parecchie volte nomi di registi (Fulci e Bava in primis) e titoli di film che risalgono al periodo d'oro del cinema horror italiano. Periodo che le grandi case cinematografiche, ai tempi, hanno considerato come Serie-b della produzione italiana. Ti consideri un artigiano dell'hip hop come lo erano questi (grandi) registi oppure usi l'immaginario cinematografico per esprimere la tematica della morte che è molto frequente nell'immaginario del TruceKlan? Pasrlando di paure e morte, come molti critici di film hanno argomentato, si esorcizza in qualche modo il momento in cui davvero "saremo polvere e teschi"?
Non ho mai azzardato un paragone così diretto tra me e i registi horror del periodo d’oro di cui mi parli.Posso dire che sicuramente sono una delle mie tante influenze che mi permettono di esprimere la tematica della morte.
Per quanto riguardo la seconda domanda (che trovo molto intelligente) penso che parlando in un certo modo di morte si può,anche se limitatamente,esorcizzarla.
la morte e qualsiasi argomento che gli ruota attorno sono da sempre argomenti affascinanti…...l’uomo per sua natura è attratto dal male e dall’ignoto.
Grazie mille per l’intervista!
un saluto a tutti i lettori!Stay strong!